Euro sempre più difficile da falsificare

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25/09/2017   23:12

C’era una volta un indimenticabile film tra quelli di Totò. Ma naturalmente indimenticabili, i suoi film, lo sono tutti. Era il 1956. La banconota delle diecimila lire era talmente grande da potersi piegare in quattro come un fazzoletto. Valeva molto, a pochi anni dalla fine della guerra: circa i 240€ attuali.
Fu per questo che il Principe De Curtis, Peppino De Filippo e Giacomo Furia, “la banda degli onesti”, armati di filigrana, di una matrice uscita direttamente dalla zecca dello Stato e degli strumenti di una tipografia, cominciarono a fabbricare banconote da diecimila lire. Ma loro, erano la banda degli onesti perché, i soldi che fabbricavano in casa, però erano assolutamente “copie originali”. Quello narrato nel film è rimasto un sogno irrealizzabile, un esperimento ineguagliabile per ogni falsario. Falsificare il denaro, con gli anni, infatti, è diventato sempre più difficile, soprattutto dal passaggio dalla lira all’euro, per tutti gli accorgimenti introdotti grazie alle tecniche più evolute e ai materiali introdotti.
Secondo i dati del rapporto sulla falsificazione dell’euro del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il fenomeno della falsificazione è in diminuzione.
Il Rapporto mostra come lo scorso anno siano state ritirate dalla circolazione e/o sequestrate 169.923 banconote (-21% rispetto al 2015), per un valore nominale complessivo di 7,7 milioni di euro, e 64.621 monete metalliche (-8% rispetto al 2015) per un valore nominale complessivo di 90 mila euro, con un calo in valore, rispettivamente, del 2% e del 4% rispetto all’anno precedente. Il taglio più falsificato è quello da 20 euro (68.457 banconote), seguito, quasi alla pari, da quello da 50 euro (65.643). Per quanto riguarda le monete, la maggioranza delle segnalazioni si riferisce al conio da 2 euro (33.270), seguito da quello da 50 centesimi di euro (16.442) e da 1 euro (14.744). L’attività di verifica della Banca d’Italia ha registrato un calo dei casi sospetti: sono circolate il 9% di banconote false nel 2016 rispetto all’anno precedente.
La maggior parte dei ritiri (senza considerare quindi i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine prima dell’entrata in circolazione) è riconducibile a individuazioni effettuate dalle banche e dalle agenzie di custodia e trasporto denaro per le monete.
Il ritiro delle banconote si è concentrato principalmente nelle aree del Nord e, in particolare nel Nord Ovest. Il Rapporto sottolinea che in Lombardia il fenomeno è rilevante in termini assoluti, mentre in rapporto al numero dei residenti, diverse regioni presentano valori più significativi, in particolare in Liguria, Piemonte, Toscana e Lazio. In termini di valore complessivo la diminuzione del denaro falso in circolazione lo scorso anno è pari al 6%. Possiamo dunque concludere che non esistano più i falsari di una volta. E questa è certamente una buona notizia.