L’odissea di Lucky, sopravvissuto per 20 giorni prigioniero del pozzo sotto la neve di Roma

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09/03/2018   12:14

Dieci anni circa, razza fantasia, combattivo, forte come una roccia. I vigili del fuoco che l’ hanno salvato l’hanno chiamato “Lucky”, che vuol dire “fortunato”. Questo infatti è il nome che più si addice al nostro cagnolino senza un regolar padrone, prima caduto in un pozzo artesiano profondo 8 metri in via Valerio Flaccio a Roma tre settimane fa e poi sepolto vivo dalla neve. Ma Lucky, il coraggioso animale, non si è dato per vinto: ha lottato per la sua sopravvivenza, ha combattuto, ha lavorato, ha scavato per trovare cibo e una via d’uscita. Si è nutrito di insetti, di vegetazione, di tutto ciò che trovava, finché gli agenti del V gruppo di polizia locale di Roma Capitale, le volontarie dell’Empa e i vigili del fuoco non sono accorsi per salvarlo, liberandolo dal pozzo ieri 8 marzo, dopo tre giorni di lavoro. Una squadra del SAF (Speleo Alpino Fluviale) dei vigili del fuoco, dopo aver scavato, ha calato una gabbia e il cane molto intelligente ha obbedito ai comandi del pompiere entrando nel suo “ascensore” facendosi adescare da un po’ di cibo e salendo fino al livello del prato alle 15.40. È mal concio ma guarirà. È stato affidato alle cure veterinarie del canile della Muratella finché non sarà guarito. Poi verrà affidato ad una volontaria dell’Empa che lo terrà con sé a casa sua finché non troverà una famiglia che lo adotti.
Il cane senza fissa dimora si trovava in un’area degradata non lontana da Largo Preneste ed anche pericolosa per animali e persone, alla luce dei pericoli e delle cattive condizioni igieniche in cui il luogo versa.
La presenza del cane nel pozzo è stata segnalata per mezzo di una telefonata anonima soltanto martedì e se ne può intuire la ragione: l’area era occupata da baracche che gli occupanti hanno smantellato in fretta e furia non appena hanno visto arrivare gli agenti di polizia.
Dunque è possibile che Lucky avesse anche un “proprietario” e che lo avesse nutrito calandogli cibo dal pozzo per alcuni giorni prima di lasciarlo lì perché non era riuscito a recuperarlo: questo non lo sappiamo.
Sappiamo però che la storia che vi abbiamo raccontato ha un lieto fine, grazie ai volontari coraggiosi che amano gli animali (Maurilia Amoroso, Marcella Hichim, Elena Chertizza dell’Empa e tutti i soccorritori specializzati, vigili e polizia, giunti sul posto immediatamente, attivati dalla telefonata anonima) e li rispettano certamente più di quanto l’uomo rispetti le città in cui vive, visto che quella zona verde del quartiere Don Bosco di Roma, dove Lucky è stato trovato, è ormai ridotta ad un cumulo di rifiuti.