Ciampino, il "Parco del Muro dei Francesi" è perso

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04/10/2018   13:37

La Giunta regionale ha deciso: non eserciterà il diritto di prelazione. Il primo lotto di quello che per noi sarà sempre il Parco dei Casali, passa definitivamente in mano privata. ?“OfficineCiviche” lo fa sapere, senza mezzi termini, direttamente dalla sua pagina Facebook: “Siamo amareggiati, delusi, arrabbiati come cittadini e come organizzazione sociale. Le motivazioni scritte dal capo di gabinetto del Presidente Zingaretti non rispecchiano quelle che erano le nostre analisi e le nostre aspettative, ma soprattutto non rispettano l'indirizzo stabilito dal Consiglio regionale, all'unanimità, in direzione della prelazione e della proprietà pubblica dell'area, vero e proprio anello di congiunzione tra il parco regionale dell'Appia antica e quello dei Castelli romani. Niente ha fatto nemmeno il Ministero, né la Città Metropolitana, nonostante gli uffici dei tre enti avrebbero dovuto comunicare e lavorare necessariamente insieme per questo obiettivo, che tutti i partiti su tutti i livelli avevano più volte indicato come necessario per il bene del territorio. Nulla è stato fatto.” ?Un’indifferenza politica quindi nei confronti di un Parco di grande valore storico, culturale e archeologico, non solo per Ciampino, ma di tutti i Castelli Romani che insiste su un’area di circa tre ettari, a ridosso della Via dei Laghi, a un paio di Km dall’Appia, con due casali seicenteschi risalenti ai Colonna e circondati da centinaia di piante di ulivo. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la storia del Parco sia da un punto di vista culturale sia tutte le controverse vicende politiche che lo hanno visto protagonista fino ad oggi. Quante volte abbiamo percorso l’ultimo tratto della Via dei Laghi per andare a lavoro senza far caso all’inestimabile patrimonio archeologico e ambientale che si cela dietro quel muro? Immaginiamo tante. Il 9 maggio del 2013, al Watch Day 2014 del World Monuments Fund, il Parco Tenuta di Muro dei Francesi è stato inserito tra i siti del patrimonio culturale mondiale da salvaguardare perché a rischio. Quel sito è ricco di storia: dall'età romana al sec. XVII. Qui sono stati recentemente messi in luce alcuni ambienti di una grande villa attribuita a Valerio Messalla Corvino. console nel 31 a.C., tra i personaggi più influenti della cultura di età augusta e del cui circolo letterario Tibullo fu principale esponente. Sono state anche rinvenute all'interno di una "natatio" (piscina) un'eccezionale serie di sette magnifiche sculture in marmo bianco, illustranti il mito dei Niobidi. Si tratta di una parte della residenza suburbana di uno degli ultimi imperatores della Repubblica, forse il luogo stesso che influenzò Ovidio nella stesura delle sue Metamorfosi che contengono una delle descrizioni più celebri del mito di Niobe (Ov. Met., VI, 165-314). Nel 1379 Alberico da Barbiano qui vinse la battaglia contro l'esercito bretone-guascone, di fatto concludendo la cattività Avignonese del Papato con l'incoronazione di Papa Urbano VI (da qui il nome “muro dei Francesi”). A partire dal XV secolo la Tenuta divenne proprietà della famiglia Colonna e nel 1660 è raffigurata nel Catasto Alessandrino. La struttura secentesca comprende un esteso uliveto secolare, due splendidi casali, ora in pericolo di crollo, una chiesuola il cui tetto è crollato nel giugno 2014 e un maestoso portale in pietra vulcanica, disegnato nel XVII secolo dall'architetto barocco Girolamo Rainaldi. Il portale pur sottoposto a vincolo integrale dal 1935, è crollato nell'aprile 2011 dopo tre anni di segnalazioni e giace ancora in macerie lungo via dei laghi. L'area della scoperta archeologica è abbandonata da oltre due anni senza alcuna protezione delle strutture rinvenute. Il Parco del “Muro dei Francesi” sorge in un’area cruciale, è il primo accesso al territorio dei Castelli Romani venendo da Roma, confinante con il vicino Comune di Marino (fino al 1974 il territorio di Ciampino era inglobato al Comune di Marino), quindi un’area di grande rilevanza strategica che avrebbe potuto prevedere anche un coinvolgimento di altri Comuni limitrofi per la conservazione e valorizzazione a fini turistici, peculiarità del territorio dei Castelli Romani. Dopo questa lunga, ma indispensabile premessa, veniamo ai giorni, entriamo nel cuore della questione.?I guai cominciano nel marzo 2006 quando l'amministrazione comunale di Ciampino adotta una variante al PRG (Piano regolatore generale), che individua nell'area in questione la sede per l'edilizia convenzionata. Con tale variante vengono scelte le zone di "Muro dei Francesi" e "Colle Olivo" malgrado, a parere degli interroganti, fossero evidenziate come aree ad alto rischio archeologico nella carta archeologica allegata alla Guida al patrimonio archeologico del Comune di Ciampino del 2000 e nonostante l'indicazione della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma che nel 2002 ha sollecitato una particolare attenzione per quelle aree, considerate le più importanti di Ciampino dal punto di vista storico e paesaggistico. Inoltre nella tavola archeologica allegata al PRG (tav. 9) proprio in quelle aree sono individuate presenze archeologiche;
nel marzo 2006 e nel giugno 2007, l'amministrazione comunale di Ciampino adotta anche lo strumento attuativo della suddetta variante, cioè i Piani di zona che insediano a "Muro dei Francesi" circa 67.000 metri cubi su un'area di circa 77.000 metri quadrati. La variante è stata adottata ma non ancora approvata;
la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Comune di Roma nel 2007, quindi prima delle indagini archeologiche, comunica al Comune di Ciampino l'intenzione di voler vincolare il sito e, nel 2009, emette un provvedimento di tutela diretta per tutelare il Muro dei Francesi che contiene l'area nonché un altro provvedimento di tutela indiretta per salvaguardare tutta l'area di rispetto. Tuttavia, mentre il vincolo apposto al Muro si concretizza, quello relativo all'area di rispetto viene lasciato decadere. Il Comune di Ciampino approverà il Piano di zona 167 e le varianti senza chiedere il parere paesaggistico alla soprintendenza competente. Inizia una lunga battaglia per tutelare l’area sostenuta da Legambiente, Italia Nostra, Ciampino Bene Comune Officine Civiche, intanto nel gennaio 2010 la Regione Lazio approva la variante già adottata dall'amministrazione comunale di Ciampino nel 2006. l'amministrazione comunale procede quindi all'approvazione dei piani di zona per "Muro dei Francesi", utilizzando una procedura abbreviata che non necessita di ulteriori passaggi regionali (art. 1-bis, legge regionale n. 36 del 1987), senza richiedere pareri di conformità né alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma né tanto meno alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Comune di Roma;
soltanto nel 2012 il consorzio a cui erano state assegnate le aree avvia gli scavi archeologici obbligatori per legge (indagini preventive), scavi che restituiranno uno spettacolare quanto prezioso del ciclo statuario riferibile al mito di Niobe, ampiamente illustrato dai media nazionali ed internazionali. Pertanto, tempestivamente, la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma informa per competenza la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Comune di Roma che il 20 novembre 2013 emette il vincolo in ossequio all'art. 45 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali), motivando il procedimento di tutela per "tutelare la conservazione e consentire la fruibilità dello scenario formato da Il Portale seicentesco e le Mura dei Francesi", ponendo così un vincolo indiretto su un'ampia fascia all'interno delle Mura dei Francesi, area già tutelata dal vincolo diretto;
il Comune di Ciampino procede ricorrendo al TAR del Lazio per l'annullamento del suddetto vincolo la cui sentenza è attesa per il prossimo 30 ottobre 2014. Il Ministero non entra mai nel merito ignorando i continui appelli da parte di comitati e associazioni che a questo punto si vedono traditi dall’amministrazione locale, ma sopratutto dalla Regione.“Sono pronto a pormi al fianco dell’Amministrazione - annunciò il consigliere Lupi -  per sostenere un’iniziativa per arrivare all’acquisto del bene, attraverso l’interlocuzione con le Istituzioni superiori anche alla luce dell’accessibilità dell’importo proposto, a differenza del recente passato. E’ certo che l’Amministrazione comunale deve verificare la possibilità, come primo step, di poter andare oltre l’asta al fine di opzionare l’acquisto in quanto trattasi di beni dall’alto pregio storico culturale". In altre parole, l'acquisto deve essere finalizzato alla valorizzazione dei beni. E con essi, di uno degli ultimi lembi di agro romano sopravvissuti alla cementificazione.
Rimangono solo parole perché di li a poco il Parco, diviso in due lotti,  viene messo all’asta e l’amministrazione di Ciampino, non esercitando il diritto di prelazione, cede il promo lotto, quello più importante con i due casali, per appena 200.000€ ad un privato. Anche l’ormai ex Sindaco di Ciampino, all’epoca dei fatti è fatto oggetto di un incalzante pressing. A Terzulli, che avrebbe le risorse in bilancio ma che è intenzionato a sentire prima il parere della Corte dei conti, i comitati chiesero di non indugiare oltre. E questo perché il parere dei magistrati contabili potrebbe arrivare ad asta ormai conclusa, come poi è successo. E poi perché  una risposta “sull'inderogabilità della spesa gliela può dare qualsiasi cittadino di questa città che, a fronte di standard urbanistici che prevedono 9 mq/ab di verde pubblico, se ne ritrova si e no 3”. Oggi la Regione pone una vera e propria lapide sulla questione lasciando nello sconcerto più totale una comunità, quella di Ciampino, martoriata da un’indiscriminante cemintificazione, che riponeva nel Parco del Muro dei Francesi, tutte le speranze di un’acquisizione di un pezzo di storia, ma sopratutto di uno spazio verde e pubblico.

Fonti:
Pagina Facebook: Ciampino Benecomune
Pagina Facebook: Officine Civiche
Romatoday.it
Ilmessaggero.it
Senato.it
Fondoambiente.it
 


Gianni Alfonsi