Al Petrolini fino al 18: ”Solo 7 minuti”, tra compromessi e dignità, tutta l'attualità del lavoro

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14/11/2018   19:10

‘Solo 7 minuti’, dopo il debutto che ha visto tributargli lunghi applausi, lo spettacolo della compagnia ‘The Mork’ sarà in scena al Teatro ‘Petrolini’ di Roma (via Rubattino 5) fino al 18 novembre.
“E’ stata una scommessa bella e molto emozionante: averla vinta, come dimostra il successo di pubblico stasera, mi riempie di felicità. Tutto è cominciato a marzo con la proposta che mi è venuta da Emanuele Maggini, attore della compagnia ‘The Mork’, di curare la produzione esecutiva. Il nostro sogno era portare questa idea a riuscire proprio come è avvenuto stasera. Devo dire che sono molto contenta e molto emozionata perché il pubblico ha apprezzato che noi ci abbiamo messo anima e cuore. Abbiamo lavorato con grande forza per dare un messaggio agli spettatori: far vedere uno spettacolo che rimanesse nel cuore e nei pensieri di chi assiste e se ne porta via con sé il valore. Infatti questo spettacolo serve per mettere dei dubbi negli spettatori: ma oggi esiste ancora la dignità? Quale valore le diamo? C’è un prezzo per tutto? Noi per sopravvivere abbiamo bisogno di lavorare, ma è giusto seguire regole dettate da altri o è più importante battere la propria strada? Il nostro regista ha creato una grande magia, mi vengono i brividi” e qui si commuove per la felicità. Questo il commento a caldo del produttore esecutivo, dott. ssa Gordana Ristic, bellezza bionda dallo sguardo intenso che cela, nei suoi modi eleganti e veloci, tutta la forza di credere nel progetto e portarlo fino agli applausi del debutto che risuonavano nel Teatro Petrolini. Una scommessa in cui si è lanciata anima e cuore-come lei stessa ammette raggiante e soddisfatta- coinvolta dall’attore Emanuele, suo compagno anche nella vita, e dal regista Tommaso Busiello con cui, insieme alla raffinata costumista signora Rita Forzano condivide l’insegnamento presso la Scuola proprio vicinissima al Teatro.

A presentare lo spettacolo è proprio l’eclettico regista Tommaso Busiello: “L’opera è liberamente ispirata ad una storia vera ed allo scritto di Stefano Massimi ‘7 minuti: Consiglio di fabbrica’, diventato anche un film grazie a Michele Placido. La nostra è una rivisitazione diversa per vari aspetti: per noi uomini e donne si trovano, purtroppo oggi, nella stessa situazione lavorativa, per cui abbiamo scelto 3 donne e 4 uomini per metterlo in scena seguendo questo interrogativo: cosa sei disposto a fare per non perdere il tuo posto di lavoro? La forza dello spettacolo è dare risalto ai drammi quotidiani dei lavoratori, operai o impiegati che guadagnano meo di mille euro al mese e devono mantenere la famiglia con tutte le varie problematiche e drammi. Ognuno ha i suoi motivi ed i suoi conti da fare, come chi, dopo tanti anni di lavoro, si è stancata di subire, vero Barbara?”- chiede rivolgendosi alla bravissima attrice Barbara Mazzoni alias Bianca che, nella piece è la delegata che si riunisce con i capi e ben interpreta il perno del contendere e trasmette tutte le forti emozioni delle sue profonde riflessioni. Motivata a fare il meglio come portavoce di oltre 200 operai,Bianca è la guida integerrima e forte cui tutti si affidano, stupirà per i dubbi che sa instillare negli altri sei rappresentanti. Il suo ruolo è determinante per sconvolgere equilibri e condurre ciascuno, nel gioco del recitare e del contendere, a fare le proprie altalenanti riflessioni e poi a decidere.
La Mazzoni dichiara: ‘Il mio personaggio mi appassiona perché, ad un certo punto della sua vita, ha il coraggio di ribellarsi al sistema. Con Bianca ho trovato affinità di carattere, sono una persona decisa e lei combatte i compromessi mandando in crisi tutto e tutti gli altri che sono indispensabili e bravissimi nel creare uno spettacolo corale ad incastro perfetto”.
E’ uno spettacolo adatto a tutti perché mostra uno spaccato di vita in fabbrica diventando, per chi assiste, il paradigma universalmente applicabile ad ognuno di noi. Tanto comune quanto fortemente coinvolgente e strutturato da uno spunto che fa emergere piccoli e grandi soprusi sul posto di lavoro. Operai e impiegati si confrontano in riunione con ‘le cravatte’, ovvero i capi, inclusi nuovi soci. La tensione dell’attesa sembra sciogliersi quando Bianca irrompe in scena e spiazza tutti: cosa nasconderà una piccola rinuncia?

Sul palco si muovono perfettamente in parte altri sei attori a partire da Emanuele Maggini che spiega: “Il mio ruolo è Francesco, sembra aver le idee molto chiare, forgiato dal vivere quotidiano, ma in realtà dentro è fortemente combattuto. Esprime molta rabbia e tutti questi aspetti sono stati per me una bella sfida, perché mi sono confrontato con una realtà diversa, ideologie diverse e mi affascina perché è molto lontano da me. Lui dimostra come, per la paura di perdere la sicurezza, si rischia di fare la scelta sbagliata. Per un attore queste sfide sono importanti.”
In scena, a rappresentare la componente cubana della fabbrica i due attori Altea Hernàndez e Osmin Lima Espinosa, che incarnano la presenza di extracomunitari nel mondo lavorativo italiano, con tutte le difficoltà del caso. Altea Hernàndez si presenta: “Sono la colombiana Rita dal carattere forte e un po’ rivoluzionario, consapevole che il sistema ci vuole assoggettare. Nella realtà sono spagnola e a differenza di Rita, non ho il suo passato complesso ma nella mia pur breve esperienza ho avuto momenti in cui ero ad una scelta difficile, in questo mi sono molto riconosciuta in Rita”. Osmin Lima Espinosa aggiunge: “Il mio personaggio è il cubano Estevan pieno di esperienze e di ferite collezionate in tanti anni di lavori fatti, vedremo cosa farà nella situazione. Sono nato con la rivoluzione nel sangue.” Nel gruppo anche Cristina Del Grosso che dice: “Interpreto la giovane operaia Bruna, combattuta tra le gravi necessità familiari e la sensazione di soffocamento nel dover scegliere cosa fare. Mi sono specchiata molto nel personaggio, molto legato, come me, alla famiglia, combattuta come nella realtà tra diversi fronti, tentata a scegliere di testa mia.”
Per certi versi agli antipodi c’è Alfredo Angelini: “Interpreto Carlo, anzianità vicina a Bianca con cui ho fatto tante lotte in fabbrica, è disilluso, classico impiegatuccio freddo, calcolatore che ha un momento di orgoglio. Rispetto alla mia vita personale, incontro le stesse difficoltà del mio personaggio, ma il modo di agire è molto diverso, lui è remissivo e tranquillo, io sono esplosivo.”
Infine l’ultimo attore è Samuel Campanella,: “Ho il ruolo di Marco e sono anche l’Aiuto Regia. Marco è il più giovane, si sente il figlio coccolato del gruppo, incarna anche le difficoltà dei giovani alla prima esperienza di lavoro.”
Lo spettacolo poi ha come costumista Rita Forzano, professionalità nota come una delle più importanti casting in Italia; quando le domandiamo un suo giudizio sulla piece, così sintetizza: ”Devo dire che quando ho letto questo testo mi è piaciuto tantissimo ed ho aiutato gli attori a vestirsi in modo che il personaggio di ciascuno si rispecchiasse negli abiti che indossava, semplice come immaginavo. Ho voluto valorizzare la personalità attraverso l’abbigliamento che, naturalmente, ho legato all’attualità della storia. La forza di questo spettacolo è la verità: sono verissimi gli attori, verissimi i movimenti e la regia, dopo un po’ che lo vedi sei dentro con loro, ti ci ritrovi, qui si rispecchia tutto dei ruoli nel lavoro e tra colleghi.”


Alessandra Battaglia