Pianeta discarica incontro a Genzano

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10/12/2021   17:46

PIANETA DISCARICA
RESISTENZE LOCALI NEI MOVIMENTI GLOBALI CONTRO LO SFRUTTAMENTO CAPITALISTA
SABATO 18 DICEMBRE ORE 17.00 PRESSO IL GIARDINO POPOLARE A GENZANO DI ROMA, VIA I. BELARDI 48
A SEGUIRE ORE 20.30 CENA VEGANA prenotazioni al 3880557968 (se possibile portare le proprie stoviglie)
ORE 22.30 SOUND SYSTEM REGGAE CON TUNA + RADICAL UNDERGROUND OUTTA MISCELA RARA FAMILY

La lotta del movimento No Inceneritore di Albano, in provincia di Roma, inizia 15 anni fa con due obiettivi: evitare la costruzione dell'inceneritore e l'allargamento della discarica di Roncigliano, che da 40 anni inquina l'aria e l'acqua dei Castelli Romani.
La discarica e' stata chiusa a seguito di un incendio ( le cui cause non sono state mai chiarite) nel 2016, mentre la battaglia contro l'inceneritore è stata vinta definitivamente nel 2014. A fine luglio, però, la sindaca Raggi ha deciso di riaprire la discarica di Roncigliano per sversare i rifiuti romani.
Da quel momento, è ricominciata l'intensa lotta de* cittadin* e dei movimenti ambientalisti dei Castelli che hanno costruito un presidio permanente proprio fuori i cancelli della discarica che dura ormai da tre mesi cercando di bloccare i tir in ogni modo. Il 26 e il 27 ottobre l'Arpa (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale) ha diffuso i risultati delle analisi sui campioni d'acqua prelevata dai pozzi della discarica e su quelli dei rifiuti arrivati da Roma.
Si conferma la pesantissima contaminazione delle falde acquifere e la non conformità dei rifiuti sversati, come più volte denunciato dai movimenti ambientalisti dei Castelli. Questa nostra esperienza di lotta ci ha insegnato ad andare oltre il nostro territorio, ci ha permesso di guardare chiaramente la crisi ecologica che sta dilaniando il nostro pianeta. Oggi un po' ovunque si stanno mobilitando donne e uomini a difesa di territori aggrediti da un capitalismo economico finanziario sempre più spietato.
Il tema dei rifiuti è emblematico, soprattutto perché legato alle dinamiche della produzione e del consumismo.
La produzione industriale ha dei ritmi che la terra non può più sostenere: sfrutta un'infinità di risorse per produrre oggetti effimeri che si trasformano in rifiuti in poco tempo, oggetti pensati per essere consumati, gettati e ricomprati velocemente.
La quantità di rifiuti cresce a dismisura, tanto che non si sa più dove metterli: una parte vengono inceneriti, altri finiscono in mare, altri nelle nostre discariche. La quasi totale mancanza di riciclaggio e riuso non fa che aggravare la situazione.
I potenti del mondo intanto si riuniscono in summit inutili come il G20 e la COP26 dove fingono di interessarsi al benessere del pianeta. Noi sappiamo bene che l'unica soluzione per salvare il nostro clima è ridiscutere radicalmente l'attuale sistema di produzione.
Soprattutto in questi anni di pandemia sono emerse le enormi responsabilità sulle carenze sanitarie che non sono determinate da "errori" ma da scelte economiche ben precise strettamente collegate sia ad uno smantellamento progressivo del sistema pubblico sia dall'aggravarsi delle molteplici forme di inquinamento territoriale che provocano come conseguenza diretta lo sviluppo di malattie che andrebbero evitate e curate.
E' evidente ormai che queste ultime sono prodotte dallo sfruttamento intensivo dei territori, delle persone e di tutti gli altri esseri viventi. Il sistema capitalista è ormai insostenibile e sta portando il pianeta al collasso. Questo breve ciclo di vita delle risorse sfruttate, che diventano rapidamente prodotto e poi spazzatura, serve solo a generare ulteriori profitti a beneficio di pochi già ricchi. Per questo vogliamo creare un momento di formazione e confronto per legare la nostra battaglia contro la discarica di Albano ai movimenti globali per la giustizia climatica.