Detenuti con armi “fai da te”. Blitz nel carcere di Velletri

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07/11/2017   20:36

Stavano scontando le loro condanne, ma nel frattempo alcuni detenuti rumeni si erano attrezzati per costruirsi coltelli e punteruoli “fatti in casa”. Non proprio un hobby ma l’intento di provocare una rivolta e riuscire ad evadere è stato bloccato sul nascere dalla polizia penitenziaria della casa circondariale di Velletri che aveva capito le intenzioni dei quattro criminali: prendere il controllo dell’ala del carcere (il padiglione D) dove i quattro condividevano la stessa cella.
Le guardie hanno stroncato sul nascere quest’attività di costruzione di armi di fortuna.
Carmine Olanda e Ciro Borrelli – sindacalisti dell’Ugl Polizia Penitenziaria – spiegano che «il padiglione era tenuto sotto controllo. Gli atteggiamenti di presunzione dei 4 detenuti e il loro modo di rapportarsi agli altri hanno insospettito gli agenti e fatto scattare l’operazione di polizia. In primo luogo, infatti, è stata fatta una prima perquisizione nella loro cella che ha portato al ritrovamento di un telefonino munito di scheda, batteria e caricabatteria rudimentale. Durante la perquisizione sono stati rinvenuti anche oggetti del tipo coltelli e punteruoli costruiti in modo artigianale».
Nella cella sono stati ritrovati anche numerosi pacchetti di sigarette: la polizia pensa che si tratti di ricompense che i quattro hanno ricevuto dagli altri detenuti in cambio della possibilità di telefonare.
Le indagini sull’accaduto comunque continuano.
L’episodio, conclusosi positivamente per fortuna, non ha mancato di porre l’attenzione sull’annoso problema di sovraffollamento delle carceri e della carenza di personale.
Ricordiamo che il padiglione D del carcere di Velletri è di nuova costruzione e questo dovrebbe contribuire a ridurre in parte i disagi dovuti al sovraffollamento. Tuttavia l’Ugl sottolinea come il carcere di Velletri sia «diventato oggetto di cronaca quotidiana» per i problemi che ha. Dalle indagini svolte sul caso si presume che i quattro rumeni avessero creato una vera e propria «banda finalizzata a delinquere e a prendere sotto la loro ‘gestione’ il padiglione D. Ma nonostante la carenza di personale, la Polizia penitenziaria si è dimostrata sempre all’altezza di provenire e sgominare sul nascere le organizzazioni di bande, come in questo caso».