A.I.T.O e Comune di Albano: trasformare il mondo in funzione della persona contro ogni barriera

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07/02/2019   12:37

«L’esperienza è ciò che ci permette di conoscere realmente il mondo; non puoi davvero comprendere l’Altro, se non sai metterti al suo posto». A far da eco a queste parole di uno studente dell’istituto Joyce di Albano è stata Alessandra Zeppieri, Assessore alla Pubblica Istruzione. Promuovendo l’intento di costruire una società nuova ed inclusiva partendo dalla vita quotidiana e dalla scuola - dove ogni individuo, trovando posto e mettendo in gioco le proprie capacità, contribuisca a «realizzare la società del domani» - Zeppieri ha voluto accogliere l’iniziativa organizzata dall’A.I.T.O.: una giornata che, in conclusione, si è rivelata speciale poiché è riuscita a realizzare l’incontro autentico, sia sul piano umano sia sul piano professionale, tra le istituzioni, la scuola e i terapisti occupazionali intervenuti nella sala consigliare del Comune di Albano lo scorso 25 gennaio. L’idea di partenza, infatti, era stata di fornire un importante momento di formazione e di orientamento professionale agli studenti e alle famiglie (conoscere da vicino il lavoro dei terapisti occupazionali come sbocco professionale e cura), ma poi, tra le varie riflessioni e la divulgazione scientifica curata dagli esperti, a prevalere su tutto è stato un messaggio straordinario: l’impegno che ogni essere umano, nessuno escluso, può metterci nell’abbattimento di ogni ostacolo, di ogni limitazione e discriminazione. Tutto ciò, in nome di una “diversità” capace di rendersi “normale”: consuetudine, ricchezza e caratteristica propria di ogni persona o membro della società.

Al di là di ogni facile retorica, infatti, sono stati proprio il Presidente Nazionale dell’A.I.T.O., Michele Senatore, e l’Assessore alla Pubblica Istruzione che, forti della loro consapevolezza nei rispettivi campi, hanno posto l’accento sul tema dell’inclusione, promuovendo un capovolgimento della prospettiva culturale attuale: «La disabilità è un concetto vago e di per sé inesistente. Siamo tutti disabili rispetto agli ostacoli che ogni giorno incontriamo nel mondo reale. Io stesso, che sono molto emozionato oggi, grazie proprio a voi ragazzi, riesco a superare il mio limite: mi avete accolto e mi state ascoltando, perciò mi state aiutando a superare quell’ostacolo rappresentato della mia emotività», ha detto il Professor Senatore, mentre la Dott.ssa Zeppieri ha rimarcato il concetto: «la disabilità non esiste: è il contesto a rendere la persona disabile».
Entrando nel vivo del dibattito, dopo aver illustrato alcuni strumenti giuridici (la legge 104, ad esempio, che obbliga a modificare l’ambiente esterno in funzione della disabilità, o i LEA, “Livelli Essenziali di Salute”, utili per superare lo svantaggio socioeconomico rispetto al diritto alle cure), i terapisti occupazionali hanno organizzato quattro laboratori pratici per stimolare gli studenti a vivere l’esperienza quotidiana delle persone non vedenti o colpite da una limitazione motoria, invitando i partecipanti a comportarsi come loro, imparando a vestirsi come loro, a mangiare come loro, a spostarsi come loro: «quando non puoi usare la vista o muovere un arto – hanno detto i terapisti – la terapia occupazionale ti insegna ad utilizzare ausili, attrezzi o strategie che i terapisti occupazionali costruiscono su misura per te, in base alle difficoltà della persona, perché, grazie alla tecnologia e a un po’ di inventiva, se hai un limite motorio, con gli strumenti giusti puoi anche sciare, mentre con varie tecniche e strategie, puoi riuscire a renderti autonomo quando svolgi alcune attività quotidiane importanti». Cucchiai dall’impugnatura particolare, calzanti lunghissimi, tazze dal manico inusuale o tovagliette anti scivolo, sono alcuni di questi strumenti; i trucchi per riconoscere i cibi senza vederli o scottarsi sono stati gli esempi portati dai terapisti dell’A.I.T.O..

L’inclusione delle persone partendo dalla scuola è stato il tema centrale del dibattito pomeridiano: Zeppieri ha illustrato il progetto “Io rispetto” realizzato in collaborazione con Amnesty Internetional, annunciando che nelle scuole di Albano stanno per partire «laboratori contro il pregiudizio», mentre il progetto “intercultura” è già operante nelle scuole nel superamento delle barriere linguistiche.
L’evento che l’A.I.T.O. Lazio, nella persona del Dott. Litterio Runza, ha voluto organizzare nella sede comunale albanense condividendo i propositi dell’Assessore Zeppieri , ha permesso agli intervenuti di comprendere finalmente che nessun bambino che sia gravato da uno svantaggio cognitivo, grazie alla terapia occupazionale, rischia di restare isolato: «Il terapista occupazionale lavora all’interno di un’equipe multidisciplinare; l’inclusione funziona se non abbiamo paura del diverso; il modello dell’inclusione sociale funziona soltanto se consideriamo la persona per come funziona, per ciò che riesce a fare, non in base alla disabilità che l’ha colpita. L’impegno di ognuno di noi deve essere di mettere tutti nella condizione di svolgere lo stesso compito». L’importanza dell’intervento del Dott. Runza e di queste sue dichiarazioni è racchiusa soprattutto nell’aver fatto conoscere al pubblico (grazie anche all’ausilio delle immagini) in che modo - concretamente e utilizzando le conoscenze attuali - i terapisti occupazionali favoriscono l’inclusione scolastica dei bambini e contribuiscono a superare il concetto di “disabile”, sostituendolo con quello di “persona”.

La terapia è anche gioco, fantasia: è “circo svago”: l’ASD di Jacopo Beretta, operante ad Albano, che lavora allo scopo di potenziare le abilità di tutti i bambini, coltivare la loro fantasia, favorire la loro naturale propensione a fare amicizia, a superare le difficoltà motorie o espressive che sono causa di disagio e di emarginazione sociale.
A conclusione dell’incontro, dopo gli interventi del Dott. Runza e della Dott.ssa Patrizia Garzia (quest’ultima, neuropsichiatra infantile presso l’U.O. TSRMEE), sempre allo scopo di «sperimentare la realtà del mondo e di ogni sua diversità», come diceva il nostro studente, Jacopo Beretta ha relazionato brevemente ed efficacemente sui benefici che l’arte circense o dei giocolieri produce se è applicata alla terapia occupazionale.
Per fare ciò ha scelto dei volontari coinvolgendo i presenti in alcuni giochi da circo. E così, alcuni dei terapisti, dei genitori, la Dott.ssa Garzia e l’Assessore Alessandra Zeppieri, si sono sperimentati come giocolieri facendo volteggiare piattini cinesi e palline, in una serie di giochi di squadra alla portata di tutti dove ognuno – soprattutto l’occhio esperto di Beretta – contribuiva al superamento dello svantaggio o della goffaggine dell’altro, creando così le condizioni ideali affinché tutti potessero partecipare al gioco e imparare a svolgerlo… per dimostrare che cambiare il mondo, rendendolo alla portata di ogni persona, sia possibile davvero, a dispetto di quelle barriere che spesso sono legate soltanto alla pigrizia delle istituzioni, all’ignoranza e all’indifferenza della gente comune.
In attesa di rincontrare i terapisti dell’A.I.T.O. e di tornare a parlare delle iniziative per favorire l’inclusione sociale che le istituzioni e le associazioni del territorio stanno portando avanti, vi proponiamo le video-interviste che LaCicala ha realizzato con due terapisti occupazionali e l’Assessore Zeppieri lo scorso 25 gennaio.

 


Giuseppina Brandonisio