7 ottobre al Geomuseo Planetario Rocca di Cave spettacolo planetario e osservazione astronomica Marte

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04/10/2022   14:59

Il 7 ottobre alle 20.00 20.00 (è questo l'orario corretto), vi aspettiamo per un incredibile spettacolo al planetario con approfondimento su #Marte e a seguire l'osservazione astronomica. 

Prezzo dell'evento: 12 euro (sconto del 50% per under 12)

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Quando si parla di alieni, il collegamento è rapido: si pensa subito ai marziani, abitanti - appunto - di Marte.

Ma perchè il pianeta rosso è così popolare quando si parla di fantascienza?
Oltre alla somiglianza di alcune sue caratteristiiche con la Terra, quali il periodo e l’inclinazione dell’asse di rotazione, le calotte polari, e il fatto che sia “molto vicino” a noi, una tesi tra tutti contribuì ad alimentare il mito dell’esistenza dei Marziani: la scoperta nel 1877 dell’astronomo italiano Schiapparelli che ritenne di aver visto un'intricata rete di linee scure che collegavano i mari di Marte fra loro attraversando le terre e li paragonò ai canali naturali di un arcipelago, non pensando tuttavia che potessero essere opera di creature intelligenti.

Un banale errore di traduzione fece il resto: l'articolo scientifico con cui dava notizia della scoperta ("Osservazioni astronomiche e fisiche sull'asse di rotazione e sulla topografia del pianeta Marte", Roma 1878), che ebbe una vasta eco in tutto il mondo, fu pubblicato anche in lingua inglese e la parola canali, anziché con l'equivalente "channels", fu tradotta con il termine "canals", che in lingua anglosassone indica un canale di origine artificiale.

Da quel momento, per molte persone, la presunta scoperta dei canali di Marte equivalse alla prova dell'esistenza di una civiltà evoluta che aveva realizzato quelle opere.
In realtà, i canali erano un'illusione ottica causata sia dal modesto diametro dei telescopi usati all’inizio del ‘900.

La polemica sui canali si disse chiusa nel 1965, quando la sonda spaziale automatica americana Mariner 4 inviò per la prima volta una serie di foto ravvicinate del pianeta, nelle quali il paesaggio marziano non solo non mostrava traccia né di acqua né di canali, ma addirittura si presentava arido, privo di vita, con un'atmosfera rarefatta e con zone intensamente ricoperte di crateri.
Insomma, molto più simile alla Luna che alla Terra.

Recenti studi riferiscono che ciò ha provocato la formazione di questi lunghi e larghi canali sia stato un processo esplosivo da riscontrarsi regionalmente.
Non si tratta, infatti, di una vasta falda acquifera globale.
Cosa successe? I canyon si riempirono di sedimenti, l'oceano pian piano evaporò e la superficie rimase ghiacciata; circa 3,2 miliardi di anni fa, la lava al di sotto dei canyon riscaldò il suolo sciogliendo il materiale ghiacciato e dando così il via al vasto sistema fluviale (https://www.media.inaf.it).

Per approfondire su Schiaparelli: https://www.corriere.it

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Fonte: Facebook